A 'ttia Lupu
La Banda musicale di Mosorrofa, Associazione Filarmonica San Demetrio, saluta per l’ultima volta Agostino Sorgonà, detto “u Lupo”. Tanti i ricordi vissuti assieme e tanti quelli che facevano già parte della leggenda quando muovevo i primi passi in banda. Oltre a “u lupu”, nomignolo nato in paese, anche il soprannome “Frà Frà” era ormai diventato di uso comune dopo un curioso siparietto col Maestro Leotta.
Ad Agostino riconosco l’affetto e la motivazione con cui ha seguito la banda fino a quando l’età e gli acciacchi glielo hanno consentito: Quando si trasferì nel paese di Ortì, gli fu chiesto di suonare con la banda della frazione aspromontana . Avrebbe potuto, per comodità, scegliere di coltivare la propria passione nel paese in cui ormai abitava. Invece declinò cortesemente l’invito, perché si sentiva legato in modo imprescindibile alla nostra banda ed ai suoi compaesani. Oltre cinquant’anni di militanza senza interruzioni, prima nel paese natìo e poi in una continua spola fra il paese di residenza e Mosorrofa, due o tre volte a settimana, per le prove ed i servizi che vedevano la banda impegnata in processioni o concerti.
Filippo, suo figlio, mi ha raccontato come, a pochi giorni dal decesso, rivivesse con trasporto il suo passato da musicante e gli “ assolo” col trombone a cilindri, in cui interpretava le arie del Tenore nei più famosi passi d’Opera.
Traviata, Norma, Nabucco e tante altre ancora, come da tradizione delle bande di un tempo. Chi ha avuto il piacere di conoscere Agostino, sa che non possono mancare le note ironiche.
Ricordo ancora come se fosse oggi un momento durante la festa di “S. Demetrio” a Mosorrofa , in cui lui ed il suo vicino di strumento, Diego Pellicanò (“La pecorella”) si trovarono ad una distanza insolita. Agostino, con serietà, richiamò Diego chiedendogli di avvicinarsi per suonare meglio assieme. La battuta di Demetrio D’Amico, fu da Oscar: “ Cumpare e sicundu vui ‘na pecura e ‘nu lupu ponnu stari vicini? “ (trad. : Compare, secondo voi, una pecora e un lupo possono stare vicini?)
Al funerale, svoltosi il giorno 11 Agosto nel paese di Ortì, una rappresentanza della banda ha eseguito, su richiesta dei familiari, le note del Va’ Pensiero ed il Brindisi della Traviata (Non nascondo che avrei visto bene la Scena ed Aria di Rigoletto “Poverò Rigoletto… La rà la rà…”, che sono sicuro gli avrebbe strappato un sommesso sorriso) proprio mentre il feretro lasciava il paese per essere condotto al cimitero.
Questo ha voluto Agostino come ultimo saluto: Un pensiero serio, intinto nell’ironia che spesso lo accompagnava. Assecondando il suo volere, non abbiamo potuto fare altro che assegnare alla “pecorella” le parti solistiche che avrebbe suonato “u lupo”, come a volere ancora una volta prendersi in giro, con serio rispetto ed incommensurabile affetto.
Ciao Agostino.