Comprare casa nel Seicento presso la chiesa di San Demetrio
Il 16 ottobre 1695, Demetrio Crucitti del fu Antonino, «del Casale di Musorrifa pertinente la Città di S. Agata», tratta per acquistare una casa coi suoi compaesani Giangiacomo e Giovanni Marrapodi, padre e figlio, «et lo detto Gioanne habitante appartatamente di detto suo patre con sue moglie, casa, e fameglia». I Marrapodi possiedono «una casa solarata posta dentro detto Casale di Musorrifa», che è situata «inconvicinio la Chiesa di S. Dimitri» tra la casa di don Marco Columbo e quella di Francesca Bonanno, e si presenta «con sua pergola alla fenestra dalla parte della Marina”. I due desiderano vendere l'immobile perché «li viene utile, et commodo per alcuni loro necessità, et perché così li hà piaciuto, et piace». Crucitti, dal canto suo, è interessato all'acquisto perché la casa in questione si trova accanto a quella di sua madre, essendo infatti figlio di Francesca Bonanno. In seguito alla valutazione del bene da parte del «fabricatore esperto» Agostino Mallone, la compravendita avviene «per prezzo di scuti tridici di Regno» per quanto riguarda il fabbricato, «etin quanto alla pergola […] per quarti dui di grano di bona qualità recettibile”. Demetrio Crucitti consegna subito dodici scudi «in tanta moneta d'argento» ai Marrapodi, «et il restante scuto uno, et quarti dui di grano» si impegna a saldarli in questo modo: «detto scuto untali 20 del mese di decembre di questo presente Anno 1695, et detti quarti dui di grano […] al mese di Agosto 1696», subito dopo il periodo della raccolta. Fra le parti viene stabilito che, «in caso di retardato pagamento di detto scuto uno, et consignatione di detti quarti dui di grano», i venditori potranno rifarsi sull'acquirente «in qualsivoglia foro, et tribunali». Crucitti però si rivela preciso nella consegna di quanto dovuto, malgrado si trovi a dover pagare una cifra più alta di quella inizialmente pattuita: nella valutazione della casa, infatti, non era stato considerato il costo delle tegole. Il 21 dicembre 1695 Giangiacomo Marrapodi, soddisfatto per la transazione e il puntuale pagamento, rilascia a Demetrio Crucitti una regolare ricevuta: «Io sotto crocesignato Gio: Iacopo Marrapodi di Mosorrifa pertinente la Città di S. Agata dichiaro [di] havere havuto, et ricevuto da Dimitri Crucitti del quondam Antonino di Musorrifa tarì sidici, manualiter et de contanti, quali sono cioè scuto uno per la venditione della casa maturati heri li 20 del mese di decembre» – uno scudo napoletano equivale a dodici tarì siciliani – «et li tarì quatro sono per la pretenzione delli Ciaramiti, che Io, e mio figlio Gioanne Marrapodi pretendeamo non essere stati stimati in detta casa».
Fonte: Archivio di Stato di Reggio Calabria, rogito del notaio Salvatore Pontari del 16 ottobre 1695 carteggio allegato