La buona battaglia e la giusta armatura

Mentre si continua ad assistere a guerre sempre più cruenti, con ripercussioni disastrose

sulla vita delle persone, proseguono altri tipi di battaglie sociali, che pur non provocando

distruzione e morte, minano le fondamenta stesse della società.

Sono quelle battaglie cosiddette “civili”, condotte da ideologie molto spesso in contrasto

con i valori cristiani che fin qui hanno caratterizzato la società e che da alcuni vengono

considerati, ormai, patrimonio di un mondo passato. I valori cristiani, infatti, sembrano

ledere i diritti di autodeterminazione e le conquiste di libertà per un nuovo modo di essere

e di vivere a cui molti oggi mirano. Così, nascono contro i cristiani accuse di omofobia, se

non riconoscono le unioni tra persone dello stesso sesso, o il diritto per loro di avere figli o

il diritto di cambiare sesso e ancora, se ci si oppone alla cultura “gender” nelle scuole, che

vorrebbe educare i bambini alla conformazione dei ruoli maschili e femminili, senza

condizionamenti culturali.

La Chiesa cattolica è coinvolta direttamente in queste battaglie, sia perché considerata

come colei che ha generato la cultura cristiana protraendola fino ad oggi, sia perché essa

sente la responsabilità nel difendere e custodire quei valori che ritiene naturali e di

fondamentale importanza per la vita personale e comunitaria.

Il coinvolgimento della Chiesa è vissuto, attraverso il clero e i laici, nell’impegno

“responsabile” di tutti, qualsiasi sia il ruolo ricoperto. In questo impegno, qualcuno assume

atteggiamenti battaglieri e di forte contrapposizione alle nuove ideologie, cercando di

difendere quei valori che ritiene un patrimonio universale; altri cristiani, sembrano invece

più indifferenti, non dando eccessivo peso ai cambiamenti in corso; altri ancora, non

vedono nulla di male, riconoscendo i cambiamenti e i nuovi diritti che ne deriverebbero,

come una naturale evoluzione dell’uomo.

Il Papa, che si trova a dover ragionare con quanti sono ritenuti “progressisti” e con quanti,

invece, sono definiti “conservatori”, sembra procedere radicando ogni suo insegnamento

sul Vangelo e sulla tradizione della Chiesa, sebbene voglia essere anche attento all’uomo

di oggi, alle sue ferite e alle sue contraddizioni, offrendo quel lieto annuncio di salvezza

che anche oggi il Risorto consegna alla Chiesa, suo corpo, chiamata ad operare nel

mondo attraverso segni visibili, fatti di ascolto, di accoglienza e di umile servizio.

Sappiamo che il Vangelo continuerà ad essere “segno di contraddizione” in questo mondo

e tutti coloro che l’accoglieranno sapranno di accogliere un altro modo di essere e di

vivere, perché, come dice Gesù, sapremo di essere nel mondo ma non del mondo,

sospinti dallo Spirito che ci farà essere uomini nuovi e figli della risurrezione.

Ecco che tutti siamo chiamati ad essere “cristiani responsabili” nella società odierna, così

come in ambito familiare e nella vita stessa della Chiesa.

Il vivere da autentici cristiani implicherà, come dice San Paolo, una lotta dentro noi stessi,

che dovrà essere condotta fino al sangue, e una lotta anche fuori da noi stessi, nelle

relazioni e nelle situazioni dove spesso ci si troverà ad operare contro il principe di questo

mondo che è satana, che continua a volersi opporre a Dio.

Rendiamoci pronti, allora, a rivestirci dell’armatura che ci occorre in questa battaglia come

dice San Paolo in Efesini (6,11-18): “Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere

alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di

carne, ma contro i Principati e la Potestà, contro dominatori di questo mondo di tenebra,

contro gli spiriti del male, che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di

Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato

tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti a fianchi con la verità, rivestiti con la corazza

della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il Vangelo della

pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potete spegnere tutti i dardi

 

infocati del maligno, prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello spirito, cioè la

 

Parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche

nello spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti”.