La Calabria sta perdendo l'ultimo treno?

Recentemente, sui mass - media locali, diversi esponenti politici e sindacali calabresi di varia estrazione, compreso il neo presidente della Regione Roberto Occhiuto, rilasciano dichiarazioni preoccupate relativamente all’esclusione dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) di opere fondamentali per la nostra terra, quali la statale 106 Jonica (per la quale non è previsto neanche un’euro) o il porto di Gioia Tauro . Inoltre, i progetti  previsti per l’alta velocità ferroviaria non ne chiariscono bene  qualità, tempi e modi di realizzazione. Mi chiedo dov’erano i parlamentari, i consiglieri regionali, i consiglieri metropolitani,  le forze imprenditoriali e sindacali calabresi mentre il governo nazionale decideva come impiegare questi fondi  assegnati dall’ Unione europea nell’ambito del Next Generation Eu, che disegneranno il futuro del nostro Paese per i prossimi decenni. A dire il vero solo alcuni sindaci, insieme ad altri del Meridione , quasi ignorati peraltro dai media nazionali, hanno cercato alzare la voce manifestando a Roma .  Intanto prosegue senza sosta, anche in tempi di pandemia, l’esodo dei giovani calabresi in cerca di lavoro verso il Centro Nord e i diversi paesi europei. Un’ Intera generazione di diplomati, laureati e specializzati, la cui formazione è costata a molte famiglie sacrifici e rinunce, va  ad incrementare la già fiorenti economie lombardo- venete, piemontesi o tosco- emiliane. E’ chiaro che senza infrastrutture adeguate, innovazione tecnologica, abbattimento della burocrazia nelle amministrazioni locali, ma anche  senza capacità di progetti e visioni di sviluppo sostenibili  e  una sanità territoriale all’avanguardia e  vicina ai cittadini, la Calabria è destinata a diventare terra di nessuno, in preda all’illegalità, al malaffare  e all’arbitrio dei potentati di turno. Qui,” l’inverno demografico” paventato anche da Papa Francesco è già realtà: negli ultimi 5 anni, solo a Mosorrofa, oltre duecento giovani hanno lasciato il paese, come molti loro conterranei . Gli uomini e le donne di cultura  , la stessa chiesa calabrese, facciano sentire la loro voce , soprattutto verso agli amministratori locali  (che avranno il compito di attuare i progetti), ma anche verso le più alte Istituzioni della Repubblica. Il “fuori onda” recentemente reso di dominio pubblico,   tra il sindaco di Milano Sala e il presidente di Regione Lombardia, Fontana, in cui i due contestano che nel Pnrr “si parla troppo di  Sud” è sintomatico, oltre che dei  soliti pregiudizi, di  come,  maggioranza e opposizione, in altri territori, riescano quando necessario, a fare fronte comune. Nel discorso di insediamento il presidente Mattarella ha richiamato la centralità del parlamento, delle autonomie locali e dei corpi intermedi per rilanciare il funzionamento della democrazia, che passa anche per la riforma della magistratura. Anche per le nuove sfide economiche e sociali l’Italia deve guardare con riconoscenza all’Unione Europea. Se perderemo, Dio non voglia, anche questo treno, buona parte della responsabilità,  politica ma soprattutto civile e morale ricadrà  sui nostri rappresentanti politici ma in parte anche su di noi elettori, incapaci di esercitare quel ruolo di cittadinanza responsabile che consente a un territorio di crescere  . Se invece, “facendo rete”  riusciremo ad invertire la rotta, le nuove generazioni, forse, potranno vedere  un Mezzogiorno e una Calabria protagonisti in Europa e nel Mediterraneo.