La celiachia

Scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti, la celiachia, può manifestarsi in individui di tutte le età. La causa a questa è dovuta a una reazione alla gliadina, una prolammina (proteina del glutine) presente nel grano, e da proteine simili che si trovano nelle tribù di Triticeae, che comprendono altri cereali comuni. Ma cosa succede al corpo delle persone che sono affette da questa malattia? Bisogna iniziare da quando si ingerisce il cibo contenente glutine; essendo la celiachia una malattia dell’apparato digerente, che provoca danni all’intestino tenue e interferisce con l’assorbimento dei nutrienti, analizziamo cosa succede ad essi: quando le persone affette da celiachia assumono alimenti o usano prodotti che contengono glutine, il loro sistema immunitario reagisce danneggiando o distruggendo i villi intestinali, le piccole protuberanze a forma di dito che costituiscono la mucosa intestinale. I villi, di solito, consentono l’assorbimento delle sostanze nutritive, che, attraversando la parete dell’intestino tenue vanno a finire nel sangue. Se i villi non funzionano bene la persona manifesta sintomi da malnutrizione, anche se apparentemente si alimenta con regolarità. I danni recati all’intestino sono irreparabili, talvolta, l’assunzione di alimenti contenenti glutine possono portare al coma o alla morte.

Dunque è il glutine ad arrecare danni, ovvero quel complesso proteico di alcuni cereali caratterizzato dall’essere insolubile in ambiente acquoso. Le componenti che si caratterizzano meglio nell’insieme di queste proteine sono due: la prolammina, conosciuta anche con il nome di gliadina nel frumento, e la glutenina, presente principalmente nell’endosperma della cariosside di cereali. Possiamo dunque risalire cosi all’origine della Celiachia, quando durante il periodo di intersezione tra la fine dell’Ottocento e l’inizio dell’Novecento, in cui per esportare il grano occorrevano diversi giorni e per un miglior mantenimento aggiungevano sostanze, quali il glutine, che alle persone sensibili ha causato un’infezione ai villi, che, in seguito tramuteranno geneticamente. In questi individui il glutine ha avuto tali conseguenze poiché il glutine durante la digestione intestinale si idrolizza in peptidi, la digestione avviene ad opera di transglutaminasi intestinali, i quali modificano la glutammina, un amminoacido che nei soggetti predisposti alla celiachia sviluppano gli anticorpi antitransglutaminasi che determinano il processo infiammatorio. Un altro aspetto caratteristico della celiachia, con cui gli individui affetti devono farne i conti, è la tentazione, talvolta non si riesce proprio a frenare il desiderio di qualcosa, perciò dal momento in cui un individuo scopre di essere celiaco, deve iniziare a essere responsabile, bambino o adulto che sia, poiché ne va di mezzo la propria vita.

Da queste definizioni scientifiche possiamo affermare che la celiachia non è una malattia che ostacola in modo eccessivo la qualità di vita delle persone affette da essa, perché è un'infiammazione cronica dell'intestino tenue che influenza il proprio modo di alimentarsi. Questa distinzione va fatta perché spesso le persone affette dalla celiachia vengono emarginate in campo lavorativo, come nelle Forze Armate, soprattutto in campo militare, in quanto l’articolo 5/b e 12/b della costituzione italiana specificano chiaramente che le persone che hanno delle malattie all’intestino e all’apparato digerente, o che, comunque, devono alimentarsi diversamente, i quali devono essere però dimostrati attraverso esami specifico-strumentali, non hanno accesso al campo militare. Per giudicare bisogna conoscere, e per conoscere bisogna non ignorare le informazioni che abbiamo a nostra disposizione. Ho scelto di trattare quest’argomento non solo perché mi riguarda in prima persona, ma anche perché volevo portarvi l’esperienza di tutti coloro che sono affetti dalla celiaca.