La vita; strada d'incontro per i poveri

Ripensando al cammino della mia vita, alle vicende vissute e ai volti incontrati, tutto è stato per me occasione di crescita e di arricchimento per la mia conoscenza, di discernimento per la mia strada, di comprensione del vero bene, di vicinanza nella mia solitudine e sostegno per il mio andare. Comprendo sempre meglio quelle parole lette e ascoltate più volte, “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”: volti all’apparenza simpatici, che lungo il percorso ho percepito distanti e altri, viceversa, in sintonia sempre crescente. Persone incontrate per caso e risultate un dono della Provvidenza, uomini e donne che hanno nutrito il cuore e dato vigore al mio andare. Ho incontrato sguardi impauriti e sguardi colmi di speranza, volti solcati di lacrime e volti sorridenti, cuori feriti e spenti e cuori traboccanti di amore, corpi piegati e sanguinanti e corpi prodigarsi con delicatezza e tenerezza. Tante le situazioni, tanti gli incontri, tanti i momenti di gioia seguiti da momenti di sofferenza, tanta la stanchezza a cui subentrava vigoria, tanti i momenti di delusioni che si alternavano a slancio e poi, ancora, paure attenuate da incoraggiamento, solitudine in cui sperimentavo  tanta vicinanza, tenebre dense che venivano diradate da sprazzi di luce, debolezza in cui sperimentavo sostegno. Tutto si è impresso nella mia vita, come scrittura sulle pagine di un libro non ancora finito. È vero che il cammino si è fatto più lento, i passi più pesanti, ma continuo ad “andare” e a “incontrare”, per riconoscere sempre più la mia povertà, per non temere ogni mia debolezza, per accogliere tutto come dono, conservando la fiducia in Colui che mi ha dato la vita, che ha provveduto al mio sostentamento in ogni modo, che mi ha condotto anche per vie sconosciute e non facili, che ha atteso pazientemente dopo le mie scorribande che ritornassi, che mi ha usato misericordia dopo ogni mia caduta e dopo ogni mia richiesta di perdono. Abbiamo celebrato da poco la Festa della Presentazione di Gesù al tempio. La liturgia ci dice che si celebra l’incontro di Dio col suo popolo credente. Il vecchio Simeone, mentre accoglie tra le braccia il Bambino Gesù portato da Maria e Giuseppe, esclama: “luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo Israele”.

L’incontro con Dio mediante la Chiesa, popolo della nuova alleanza, avvenuto nel Sacramento del Battesimo, ci permette di camminare in questo mondo come figli di Dio e sempre più nella dignità di figli di Dio, e accogliendo la luce che è il Cristo morto e risorto, che ha diradato le tenebre del peccato e del maligno, si rischiara ogni tenebra e si smaschera ogni menzogna in ogni incontro e in ogni situazione, superando gli scontri che possono provocare le diversità o i conflitti in cui può degenerare la contrarietà.

In questa luce, ogni nostro incontro non sarà sfoggio di quel che siamo o di quello che abbiamo e conosciamo, piuttosto incontro tra povero e bisognoso l’uno con l’altro e l’uno per l’altro e, insieme, protesi e in cammino verso tutti e con tutti. La luce che ci accompagna nel cammino, continuamente accolta, ci condurrà anche nell’oscurità, oltre le incomprensioni e le delusioni, ci farà sperimentare la libertà e la gioia dei poveri, e, così, la nostra vita si renderà capacità di quella pienezza che può essere solo donata e solo può essere ricevuta da chi è povero con i poveri. E intanto continuo, incontro dopo incontro, pagina dopo pagina, a scrivere il libro della mia vita, fino a quando consegnerò la mia vita a eterna gloria del Signore, autore della vita e perfezionatore di ogni bene.