Mosorrofani nell'oblio, parte III, il sacerdote Pasquale Crucitti
Anche in questo numero parleremo di un sacerdote sconosciuto: Pasquale Crucitti di Demetrio e Antonia Cagliostro nato a Mosorrofa nel lontano 1796, sebbene le notizie al riguardo siano abbastanza scarne. Dalle fonti archivistiche rinvenute emergono però interessanti toponimi oggi scomparsi relativi alle sue proprietà, distribuite nel territorio e in attesa di uno studio più approfondito. Alcune unità di misura per le superfici agrarie ci rivelano poi antiche consuetudini allora in uso e utilizzate fino a tempi non molto lontani.
In un documento leggiamo che, dovendo esso futuro sacerdote, “ascendere col divino aiuto al sacro ordine del suddiaconato nella prossima ordinazione e indi agli altri sacri ordini, ha necessaria la costituzione del suon sacro patrimonio a norma delle leggi canoniche, e precisamente secondo prescrive l’art.21 del nuovo concordato concluso tra sua Santità il Sommo Pontefice Pio VII e sua Maestà il nostro sovrano Ferdinando I che porta la data di Terracina del 16 febbraio anno corrente 1818”.
Come abbiamo visto anche in casi precedenti, sarà lo zio che aiuterà il nipote a raggiungere il suo obiettivo. Egli infatti recandosi dal notaio reggino Lo Faro stipulerà un atto in cui “volendo esso costituito Nicola Crucitti costituire al detto suo nipote accolito don Pasquale un tal sacro patrimonio, mosso a far ciò dall’affetto, amore, e benevolenza che sempre portò e tuttavia porta allo stesso, stante i suoi buoni costumi, e condotta tenuta e perché così li è piaciuto, e piace”.
Tra le donazioni il religioso riceverà così un fondo in contrada Limma Inferiore dalla “estrazione” di quattronate due e mondellate due, alberato di gelsi, frutti e “vigne di fresco piantate”. Sappiamo anche che egli possedeva già un fondo a Vaso limitante per montagna il parroco Sorgonà, un altro a Chilone con ulivi e querce, un luogo ad Anzario ossia Ingieneria, limitante sempre con lo stesso parroco, una abitazione nel casale di Mosorrofa e un pezzo di terreno in contrada Bergamo. Quest’ ultima chiamata forse così per la presenza di bergamotti.
Nel 1827 Il Sacerdote Pasquale Crucitti, invece, espone a Sua Eccellenza l’Intendente della Provincia, che per effetto dell’alluvione avvenuta la notte del 6 giugno del corrente mese venne a soffrire grandissime perdite, poiché il fiume gli portò via due “fondi acquali”.
In quella circostanza, gli argini della fiumara vennero abbattuti, orti e masserizie distrutti. Alcune abitazioni situate a Mulè e al Pozzo crollarano completamente. “Gli infelici naturali di Mosorrofa Sotto Comune di S. Agata in Cataforio”, scrivevano all’Intendente che In tutta la vallata “nelle luttuose circostanze del sei e sette corrente, nelle loro picciole proprietà sono stati i più grandemente danneggiati” e più di ogni altro esiggono, e meritano le benefiecientissime disposizioni di Sua Maestà”.
Nel 1831 Nicola Crucitti cede ancora al nipote Pasquale un fondo a Vinco contrata Umbli con vigne, ficare e un piede di Ulivo. Risulta che il sacerdote aveva un fondo anche a Sala. Il tutto viene stimato dall’agrimensore Andrea Monorchio chiamato per l’occasione a misurare la capacità dei terreni ma anche la qualità delle colture e le rendite che queste fornivano.
Il sacerdote Pasquale Crucitti morirà a Mosorrofa il 7 settembre del 1845.