Nuovo libro di Agostino Bruno

Il nostro concittadino, Agostino Bruno, dopo il volume “Nonno raccontami” (Laruffa editore) ha scritto un nuovo romanzo autobiografico “La vita è un’altalena” edito da Amazon Fulfillment. Ci sono dei momenti in cui scrivere la propria storia si configura come un bisogno, la necessità di riguardare un percorso. Agostino Bruno fa ancora una volta il punto della situazione. Si è fermato, come sulla cima di una montagna, e ha guardato indietro per osservare il cammino percorso, continuando, così come aveva fatto in un libro precedente a raccontare tutto con onestà.  Non bisogna pensare che sia un atto di autoreferenzialità. Non è solo una cronaca dei fatti accaduti ma un processo di reinterpretazione del proprio passato. Pagina dopo pagina, si capisce quanto sia catartica questa scrittura e Il lettore apprende quanto siano state forti le esperienze positive e negative dell’autore, il quale  ha sentito la necessità di metabolizzarle. Informazioni personali e intime che ha voluto condividere con gli altri, avvertendo tale bisogno anche solo per il piacere di narrarsi. Il romanzo , offre, tra l’altro, un’interessante spaccato della situazione socio-economica di Mosorrofa durante la seconda metà del secolo scorso. Pubblichiamo di seguito alcuni brani significativi.

Nel 1956 si erano verificati due eventi importanti, grazie all’impegno del Cavaliere Pietro Cozzupoli e del figlio Demetrio un Ingegnere che già nel 1948 era entrato in politica.  I  due, convogliando l’acqua di due sorgenti, Catusi e Murgiù avevano portato l’acqua fino a Mosorrofa e avevano costruito una fontana pubblica tra i rioni Anzario e Scalea. Grazie alla nuova fontana, la popolazione della zona sud del paese non doveva più andare a quella di piazza Chiesa per attingere l’acqua, un risparmio di tempo e di energie per le donne, che nella famiglia, avevano questo ruolo.

L’altro evento importante, che avrebbe fatto risparmiare tanto tempo ai mosorrofesi, era stata la creazione della “Delegazione” un ufficio dove i cittadini potevano andare a registrare i nati e i morti e richiedere ogni tipo di certificato Fino al 1956  per fare tutto ciò i Mosorrofesi dovevano recarsi a Cataforio, un piccolo paese distante alcuni chilometri. Non essendoci mezzi di locomozione pubblici il paese era raggiungibile a piedi  attraverso una scorciatoia tra le campagne. La “Delegazione” era ospitata in una casa privata in via Strapunti vicino alla vecchia chiesa che negli anni ‘60 oltre la banda, la mattina accoglieva i bambini della scuola materna. Il reggente della ”Delegazione” era il signor Francesco Melari che da Cataforio per la sua esperienza era stato trasferito a Mosorrofa.

Nel 1964 grazie all’iniziativa di alcuni giovani, fra cui Tito, a Mosorrofa era stata costituita un’associazione sportiva A.S. Mosorrofa che era dotata di uno statuto che prevedeva un direttivo e dei soci che per mantenere la società dovevano versare una quota mensile. L’associazione, per la prima volta in paese, aveva messo su una squadra di calcio formata da ragazzi del posto e si era affiliata alla Federazione italiana giuoco calcio. La società avrebbe partecipato al campionato 1964/65. Tito era stato designato allenatore grazie al suo passato sportivo, ma avrebbe fatto anche il calciatore essendo ancora molto giovane.  Don Cutrupi ancora una volta si era dimostrato molto generoso ed aveva aperto le porte della parrocchia alla neo società sportiva.