Restaurata la preziosa statua di San Basilio

La vallata del Sant’Agata è uno scrigno di tesori miracolosamente conservati. 

A testimonianza di ciò troviamo la pregevole statua di san Basilio Magno, un’opera molto importante legata alla storia dell’antica città di Sant’Agata. 

Attualmente si trova presso la chiesa di Gesù e Maria, nel borgo di Cataforio, ma un tempo era collocata sulla rupe di Suso, precisamente all’interno della chiesa di San Basilio. 

Viene menzionata nei documenti relativi alla prima visita di Monsignor D’Afflitto nel 1595, da cui apprendiamo che era conservata in una teca di legno, sul lato destro della navata. Fu commissionata il 27 febbraio del 1533 da Battista Marra, Nicola Maria di Raineirio e Nicola Paracratico e realizzata in marmo di Carrara dagli scultori Giambattista Mazzolo e Giandomenico, toscani trasferiti in Sicilia, che operarono molto nel nostro territorio. 

La statua costò 100 ducati, di dimensioni di 2 m per 1,5 m circa, raffigura il Santo con “mitra alla foggia greca” ed abiti pontificali. Ai suoi piedi è incisa la data 1535. 

 

fototo statua di san basilio

Oggi si presenta ai nostri occhi con un abbagliante bianco marmoreo, ma un tempo era riccamente decorata. All’interno del mantello, infatti, si possono ancora osservare le tracce degli elementi decorativi che la ornavano. Si trovava all’interno della chiesa di San Basilio, una delle tante presenti sulla rupe, oggi purtroppo allo stato di rudere, dove fortunatamente si possono ancora osservare tracce degli affreschi “in stile bizantino” raffiguranti una teoria di Santi (recentemente oggetto di studio e documentazione da parte del CNR, in collaborazione con il settore cultura del comune di Reggio Calabria). 

In seguito al terribile terremoto del 5 febbraio 1783 (destino volle proprio nel giorno in cui si stava festeggiando la santa catanese che dava il nome alla città), la statua fu trasferita nel borgo di Cataforio, dove si trova tutt'ora. 

Del San Basilio si è parlato molto in questi ultimi mesi, grazie al progetto “l’Arte racconta”, promosso dal Museo Diocesano di Reggio Calabria. Nell’ambito del progetto è stata allestita la Mostra “Icone del Rinascimento: dal marmo al digitale” che ha esposto nei mesi estivi, assieme al San Basilio, altre pregevoli sculture sacre in marmo, databili al Cinquecento, provenienti dal territorio diocesano. 

Grazie a questa iniziativa, la statua è stata oggetto di un significativo intervento ad opera del restauratore Giuseppe Mantella, in un “lavoro tra arte, tecnologia e fede”, oltre ad accurati rilievi fotogrammetrici e indagini scientifiche che hanno visto il coinvolgimento del Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. 

Inoltre ho avuto modo di apportare, con grande entusiasmo, un contributo al progetto, attraverso un seminario on line interamente dedicato al San Basilio e all’antica città di Sant’Agata. 

Il progetto è nato grazie alla colta intuizione della direttrice del Museo Diocesano Lucia Lojacono e di tutto il suo team, tra cui Don Domenico Rodà. Un apporto significativo è stato dato da Don Davide Imeneo (direttore dell’Avvenire di Calabria e ai tempi della stesura del progetto parroco di Cataforio e San Salvatore) e ha visto il coinvolgimento attivo della comunità, anche grazie all’attento lavoro di Don Giovanni Gattuso (l’attuale parroco). 

Una esperienza positiva, arricchente, che testimonia quanto sia importante la collaborazione ed il coinvolgimento attivo delle comunità e che fa riflettere sul ruolo strategico dell’arte e della bellezza nella riscoperta della propria identità, da custodire e tramandare alle future generazioni.