Rievocazione storica Ο Άγιος Δημήτριος

Per la seconda volta, anche quest’anno nell’occasione dei festeggiamenti patronali in onore di S. Demetrio, Mosorrofa ha rievocato una parentesi della sua storia. Cosa significa rievocare? Significa far tornare in vita qualcosa che è morto e che in vita non è più. Significa alimentare il ricordo e renderlo tangibile. Quando si rievoca la storia si vuole rivivere un passato che ci ha condotto al presente. Noi che abbiamo rievocato siamo i discendenti di chi, ciò che abbiamo rievocato ha realmente vissuto. Tra le tante storie che avremmo potuto riportare in vita abbiamo scelto un periodo molto particolare e intenso. Abbiamo riproposto la parentesi temporale del 1743.  Quell’anno la peste toccò per l’ultima volta l’Europa arrivando a Messina e da qui a Reggio. Secondo quanto si apprende di registri parrocchiali, la peste giunse in misura molto limitata a Mosorrofa o non vi arrivò affatto. In quel tempo il paese faceva parte dell’antica città di Sant’Agata e il suo governatore aveva preso immediatamente dei provvedimenti per limitare i contagi ed in parte era riuscito nel suo intento. Grazie allo storico Orlando Sorgonà siamo riusciti a conoscere alcuni particolari di questo cordone sanitario creato per proteggere la zona di pertinenza della città agatina, vigilato costantemente da guarnigioni armate e tutelato da palizzate in legno.

Il popolo di Mosorrofa pare che proprio in quest’ occasione successivamente o contestualmente alla peste additò le cause dello scampato pericolo all’intervento miracoloso del suo protettore San Demetrio, creando un racconto arrivato fino a noi per via orale, tramandato da padre in figlio. La leggenda è stata il fulcro della rievocazione di quest’anno, grazie alla meravigliosa partecipazione e collaborazione che i mosorrofani riservano alle proprie iniziative.

La rappresentazione iniziale ha rievocato l’apparizione del santo che stando alla leggenda, percorreva le vie del paese per offrire una protezione tangibile ai mosorrofani. Il momento teatrale che ha innescato il corteo ha visto protagonista una classica famiglia popolare del ‘700 mosorrofano. Una donna tra il popolo ha avvertito il cattivo presagio e da lei ed altri popolani è partita l’invocazione al cielo per l’ intervento miracoloso. San Demetrio col suo destriero dopo un canto melanconico appare in tutta la sua gloria e scaccia la peste personificata in una vecchia strega. Per ringraziare il megalomartire del miracolo avvenuto, dopo un canto di ringraziamento, da Bufano è partito il corteo processionale che attraversando la via principale del paese e alcune vie storiche è giunto fino in piazza nello slargo adiacente l’antica fontana ottocentesca da dove il governatore ha tenuto il suo discorso annuale alla popolazione.

Rievocare il passato è ogni volta studio e riscoperta, è una riflessione su ciò che siamo stati per gettare delle basi solide e costruire ciò che vogliamo essere. La devozione a San Demetrio come ha ricordato più volte padre Giuseppe nelle sue predicazioni, si inscrive nella storia di Mosorrofa e da essa non si può dissociare. Tutti dobbiamo fare i conti con questo culto così antico che fa parte della storia di ognuno di noi, tanto che alcuni studiosi si sono chiesti: “c’è stato prima Mosorrofa o prima San Demetrio?”

Si ringraziano i principali fautori dell’iniziativa, l’ass. Attivamente, il Circolo di studi vallata del Sant’Agata e la Parroccchia di San Demetrio che hanno reso possibile l’evento e soprattutto i mosorrofani che hanno contribuito egregiamente, ancora una volta, a rievocazione la loro storia.

Di seguito i canti composti e musicati appositamente per la rievocazione

 

 

 Invocazione  a San Demetrio

 

Venti di guerra, venti i pandemia

fundu è lu mari se tu non si cu mia

scuru è lu cielu, mali pi la via

 

Oh San Dimitri nui ti pregamu

caccia i nemici longa la to manu

sarva u paisi di lunga gunia

Oh san Dimitri resta ccà cu mia

 

Canto di ringraziamento

 

Curriti o genti veniti pi ccà

sta brutta donna di malvagità

vuliva a pesti pi tutti li strati

vuliva a morti pi tutti li casi

 

Manda benignu la to sarvizza

varda a preghiera che a tia si ntrizza

e manda paci e serenità

caccia lu mali e manda bontà

 

nui paisani ti simu devoti

e nta stu paisi tutti cuntamu

li to miraculi chi Diu vosi

un cantu in preghiera a tia ti ntonamu

 

Tutti li genti dinnu a na vuci

chi San Dimitri l’avi sarvati

lu cchiu grandi mali ill’antichi

i mosorrofani non l ha toccati

 

Simu sicuri nta sta campagna

c’è san Dimitri chi ndi ccumpagna

simu sicuri pi strata e pi via

oh San Dimitri resta cu mia (x2)