Un voto difficile ma responsabile

Dopo la prematura caduta del governo  Draghi andremo a votare il 25 settembre prossimo in una cornice internazionale segnata da eventi quali la guerra in Ucraina,  le tensioni Usa-Cina nel Pacifico, il perdurare dell’emergenza Coronavirus , l’economia globale in difficoltà e il prezzo dell’ energia  alle stelle. Si preannuncia un “autunno caldo”,  con migliaia di aziende in difficoltà che rischiano di chiudere i battenti   e la conseguente  esplosione di autentiche “bombe” sociali. Nel nostro  meridione poi, stante anche l’incertezza sulla capacità di spendere bene i fondi del PNNR, rischia di allargarsi ulteriormente il divario con le aree sviluppate del Centro Nord.  In Calabria in particolare,  si paventa un astensionismo da record. Le  candidature “blindate” predisposte dai  capi  dei partiti  serviranno ancora una volta ad assicurare un seggio sicuro ai loro fedelissimi, spesso “paracadutati” da altre regioni. Una sciagurata legge elettorale  lascia pochi margini di scelta al cittadino chiamato ad esercitare il diritto di voto, un diritto  garantito dalla Costituzione e  per il  quale si  prodigarono con autentico spirito di servizio verso il Paese i  Padri costituenti. Quel patrimonio ideale  di valori democratici e repubblicani sancito dalla Carta Costituzionale e  lasciato alle generazioni successive, viene ora progressivamente dilapidato da una classe politica  spesso non all’altezza delle sfide del Terzo Millennio  . Altra considerazione: per molti studenti e lavoratori  calabresi   fuori sede sarà quasi  impossibile  votare. Un italiano residente all’estero può infatti regolarmente votare nel posto dove si trova,  anzi addirittura può esprimere dei propri rappresentanti in Parlamento. Un italiano residente in altre regioni dello stesso Paese deve invece sobbarcarsi lunghi viaggi in un’arco temporale strettissimo. Una legge apposita  potrebbe consentire loro di votare per posta ma questo diritto viene loro negato.   Anomalia italiana da correggere. Ed infine come giudicare i vari leader politici,  che pur sapendo bene che la situazione economica attuale  e il nostro debito pubblico non  lo consentono si prodigano nello strombazzare roboanti promesse che difficilmente potranno mantenere?   A noi cittadini il compito, non facile, di individuare  tra” listini bloccati”, collegi “sicuri” e “paracadutati” , quei partiti e  quelle persone degne di ricoprire il ruolo di rappresentanza popolare che la Costituzione assegna agli eletti in Parlamento.